La promozione del benessere a scuola: ricerche e interventi | Abstract dei contributi

Abstract dei contributi della giornata di studio La promozione del benessere a scuola: ricerca e interventi
13 febbraio 2025, Sala Castoldi, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università degli studi di Bergamo

VITO: un intervento digitale per potenziare il sourcing e l'integrazione intertestuale

Autori del contributo e affiliazioni: Fallaci Anna Paola (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia), Incognito Oriana (Università Telematica degli Studi IUL, Firenze), & Tarchi Christian (Università degli Studi di Firenze)

Abstract: La crescita esponenziale delle fonti di informazione disponibili su Internet ha aumentato l’interesse verso l'uso e l'elaborazione di fonti online da parte degli studenti. A questo scopo abbiamo sviluppato VITO (Valuta e Integra Testi Online), un intervento digitale, che mira a potenziare due competenze di lettura critica: la valutazione delle fonti (sourcing) e l’integrazione intertestuale.

Hanno partecipato allo studio 83 studenti tra i 12 e i 14 anni, divisi in due gruppi. Sia il gruppo sperimentale sia quello di controllo hanno preso parte a una valutazione pre-test e a una post-test completando il Source Knowledge Inventory-revised e scrivendo un saggio argomentativo dopo aver letto testi autorevoli e non autorevoli su un argomento controverso. Solo il gruppo sperimentale ha partecipato a tre sessioni di intervento. L'obiettivo di ogni sessione era allenare gli studenti nelle competenze di sourcing e integrazione intertestuale nella selezione delle fonti, dopo aver scelto i testi da leggere e durante la scrittura basandosi sulle fonti. Per ciascuna sezione sono stati forniti agli studenti video esplicativi, appunti consultabili durante lo svolgimento dei compiti, compiti da completare e feedback di un supervisore esperto.

Un test t di Student per campioni indipendenti ha mostrato differenze statisticamente significative a favore del gruppo sperimentale nell'integrazione intertestuale, nella menzione delle fonti e nella riflessione sull'affidabilità delle fonti. Ciò conferma l’efficacia dell’intervento nell’insegnare agli studenti della scuola secondaria di primo grado a valutare le fonti di informazione e a comprendere molteplici testi anche contrastanti.

 

Esplorare i diversi tipi di problemi di frequenza scolastica per promuovere il benessere psicologico degli studenti italiani

Autori del contributo e affiliazioni: Concettina Caparello (Department of Clinical and Experimental Medicine, University of Messina, Italy), Carmelo Francesco Meduri (Department of Health Sciences, University Magna Graecia of Catanzaro, Italy), Maria Imbesi (Department of Health Sciences, University Magna Graecia of Catanzaro, Italy), Pina Filippello (Department of Clinical and Experimental Medicine, University of Messina, Italy) & Luana Sorrenti (Department of Clinical and Experimental Medicine, University of Messina, Italy)

Abstract: La frequenza scolastica è essenziale per il successo scolastico e il benessere psicologico. Al contrario, i problemi di frequenza scolastica, definiti da Havik (2015) come una varietà di problemi dovuti a disturbi somatici, problemi di salute soggettivi, assenteismo e rifiuto scolastico, rappresentano una sfida educativa significativa. Identificare le caratteristiche che contraddistinguono i profili specifici di questi problemi tra gli studenti ha un duplice valore: consente di comprendere le motivazioni legate a tali problemi, ma anche di progettare interventi specifici in base ai diversi profili. Sebbene studi precedenti abbiano identificato profili di comportamento di rifiuto scolastico basati sul livello di rischio (alto o basso) o sul tipo di rinforzo (positivo o negativo), nessuna ricerca ha esplorato ancora questi profili secondo il modello categoriale di Havik. Questo studio si propone di indagare i profili di assenteismo scolastico in un campione di 539 studenti italiani delle scuole superiori (età media = 16,05, DS = 0,99) attraverso un'analisi dei profili latenti (Latent Profile Analysis, LPA). I risultati mostrano due profili distinti: un gruppo con punteggi moderatamente alti su tutte e quattro le dimensioni del modello di Havik (Motivi somatici, Motivi di salute soggettiva, Motivi di assenteismo, Motivi di rifiuto scolastico), rappresentativo di un rischio moderato di assenteismo scolastico, e un gruppo con punteggi bassi su tutte le dimensioni, indicativo di un basso rischio. Questi risultati sottolineano l'importanza di un approccio personalizzato basato su questi profili, in grado di esplorare le complesse motivazioni che portano all'assenteismo scolastico. Adottare questa prospettiva permette di attuare interventi specifici e personalizzati focalizzati sul miglioramento del coinvolgimento scolastico e del benessere degli studenti, promuovendo una maggiore integrazione tra ricerca psicologica e pratiche educative.

Valutazione dell'efficacia di ASPIRE, un programma di intervento per promuovere la partecipazione attiva degli studenti

Autori del contributo e affiliazioni: Valentina Grazia, Maddalena Vavassori e Luisa Molinari, Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali, Università di Parma

Abstract: La partecipazione attiva degli studenti è riconosciuta a livello internazionale come elemento chiave per il successo e benessere scolastico. Tuttavia, il loro ruolo in classe è tutt’oggi descritto da una generale passività e la letteratura risulta carente di interventi capaci di promuovere cambiamento in questi aspetti. Obiettivo di questo contributo è descrivere la valutazione dell'efficacia di ASPIRE (Active Student Participation to Improve the leaRning Environment), un programma di intervento concepito per promuovere la partecipazione attiva degli studenti a scuola, tramite il loro coinvolgimento in attività progettate per rafforzare le abilità proattive di risoluzione dei problemi e il senso di coesione tra pari. ASPIRE è stato implementato utilizzando un disegno quasi-sperimentale in due scuole secondarie di secondo grado, coinvolgendo 335 studenti (età media=15.1 anni) di classe seconda, suddivisi in 10 classi sperimentali e 10 di controllo. L’efficacia di tale programma è stata valutata analizzando misurazioni pre- e post-intervento di engagement agentico, autoefficacia proattiva, coesione tramite un’ANOVA a misure ripetute con fattori misti. I risultati hanno mostrato per il gruppo sperimentale un miglioramento significativo in due sotto-dimensioni della variabile di coesione e una maggiore crescita dei punteggi di autoefficacia proattiva rispetto al gruppo di controllo. Un’analisi t-test a campioni indipendenti ha invece permesso di rilevare un miglioramento della percezione di essere ascoltati, come indice di soddisfazione per l’intervento. Nonostante una necessaria discussione dei significati e delle limitazioni dei risultati ottenuti, ASPIRE può essere considerato efficace nel rafforzare la consapevolezza e le abilità degli studenti legate all’esercizio di un ruolo attivo a scuola.

 

Nuove sfide per l’università: la promozione del benessere e del successo accademico in studenti con DSA. L’intervento PRO-SA DSA presso l’Università di Foggia

Autori del contributo e affiliazioni: Pia Sacco (Università di Foggia), Antonella Spinelli (Università di Foggia), Vincenza Tommasi (Università di Foggia), Giuliana Nardacchione (Università di Foggia), Valentina Siena (Università di Foggia), Manuela Ladogana (Università di Foggia), Chiara Valeria Marinelli (Università di Foggia)

Abstract: La percentuale di studenti con DSA nelle università italiane è sempre più elevata (Genovese, Guaraldi, 2020). Quest’ultimi rischiano difficoltà accademiche a causa di difficoltà nella comprensione, working memory, organizzazione, pianificazione, metodo di studio e aspetti emotivo-motivazionali. L’Università di Foggia ha attivato durante l’anno accademico 23-24 il Corso “PROmozione del Successo Accademico in studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento” finalizzato al potenziamento del metodo di studio e delle abilità compromesse e alla promozione del benessere emotivo. È stato utilizzato il modello di valutazione e intervento sulle abilità di studio in ambito universitario (Cornoldi, 2007; De Beni, 2015) coerentemente con l’approccio multicomponenziale allo studio (Cornoldi, 2015). L’intervento ha coinvolto 14 studenti con DSA e ha previsto questionari standardizzati pre- e post- training per rilevare l’efficacia del corso. Sono stati utilizzati: LCS-SUA (Montesano et al., 2020), Batteria AMOS (De Beni et al., 2014), LCB (Craig et al, 1984), CDSES (Nota, Pace, Ferrari 2012), Dettato lessicale e Giudizio ortografico (Marinelli, 2017). Il corso si è mostrato efficace nel migliorare i seguenti parametri: percezione abilità, autovalutazione, ansia e dettato di parole. Gli studenti ritengono che il corso sia stato utile per il percorso accademico e lo hanno percepito efficace nel miglioramento delle abilità trattate

Comprendere gli effetti a lungo termine delle esperienze infantili avverse e le ricadute su benessere e apprendimento a scuola

Autori del contributo e affiliazioni: Edoardo Alfredo Bracaglia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, Dip. Psicologia

Abstract: La ricerca sull’impatto delle esperienze infantili avverse sulla qualità della vita, degli apprendimenti e sulle prospettive future dei bambini in età scolare evidenzia sempre più il legame tra adattamento al trauma e sviluppo di comportamenti e di strategie relazionali.

Questi comportamenti e queste strategie, adattivi rispetto alle esperienze vissute dal bambino, lo penalizzano nell’interazione con i coetanei e nella capacità di vivere in maniera positiva e attiva l’esperienza scolastica, con il rischio di andare incontro a stigma e isolamento. Tra gli adulti che, da bambini, hanno vissuto esperienze infantili avverse senza interventi riparativi da parte della comunità, inoltre, l’incidenza di vittimizzazione, disturbi mentali, disturbi somatici e difficoltà relazionali e comportamentali è significativamente superiore alla media.

Nel nostro Paese, i reati verso minori sono cresciuti del 34% dal 2012 al 2022, mentre i servizi di tutela minori operanti sul territorio nazionale hanno in carico più di 100.000 bambine e bambini vittime di maltrattamento. Considerate la difficoltà di attivazione dei servizi sul territorio e la scarsità di risorse, la possibilità che ciò rappresenti solo la punta di un iceberg è inequivocabilmente concreta.

Si potrebbe ritenere opportuno, quindi, mettere in atto programmi che rendano l’ambiente scolastico consapevolmente pronto ad accogliere il trauma e a rendersi strumento di resilienza con pratiche e strategie a tutto campo e basate sulle evidenze.

La possibilità di intercettare il disagio psicologico dei bambini che stanno vivendo esperienze infantili avverse quali maltrattamento, abuso emotivo e fisico, traumi dell’attaccamento, isolamento, violenza assistita o altre condizioni che ne compromettono lo sviluppo armonico e sereno e di attivare gli interventi delle figure e dei servizi necessari, passa così attraverso un mutamento di paradigma, che vede il bambino non più come un soggetto a cui fornire esclusivamente strategie per adeguarsi alle richieste della scuola, ma come una persona con una storia che attraverso i comportamenti viene principalmente raccontata.

Sulla scorta delle ricerche di Peter Fonagy e del suo team presso lo UCL e presso l’Anna Freud Centre di Londra, oltre che del lavoro di enti quali Attachment and Trauma Network e il National Child Traumatic Stress Network (NCTSN), si presentano argomenti a sostegno di una possibile attivazione, anche in Italia, di ulteriori iniziative di ricerca e azione.

Promozione del Benessere nella Scuola Primaria: Allenare la Social Cognition tra i Banchi di scuola

Autori del contributo e affiliazioni: Elisabetta Lombardi, Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate, DISTA, Università eCampus; Federica Bianco e Ilaria Castelli, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università di Bergamo; Davide Massaro, Antonella Marchetti e Annalisa Valle, Centro di Ricerca sulla Teoria della Mente e la Competenza Sociale nel Ciclo di Vita (CeRiToM), Dipartimento di Psicologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Abstract: Il benessere degli alunni nella scuola primaria è fondamentale per il loro sviluppo cognitivo, emotivo e sociale. La social cognition comprende i processi di rilevazione, elaborazione e interpretazione delle informazioni sociali, ovvero la capacità di rappresentare intenzioni, emozioni, desideri e credenze altrui e rispondere in modo adeguato (Happé & Frith, 2014), con importanti implicazioni per il benessere e la qualità della vita. Programmi di training focalizzati sulla social cognition si sono dimostrati efficaci nel migliorare competenze chiave come la teoria della mente (ToM), la mentalizzazione, la regolazione emotiva e la capacità decisionale (Bianco & Castelli, 2023; Rohegher et al., 2022). Studi recenti dimostrano che tali interventi favoriscono empatia, regolazione emotiva e gestione delle relazioni interpersonali nei bambini (Bianco et al., 2021; Lombardi et al., 2022), con benefici anche quando il training è rivolto agli insegnanti (Valle et al., 2019).Parallelamente, training mirati al decision making migliorano l'autoregolazione, la capacità di ritardare la gratificazione e il pensiero riflessivo (Lombardi et al., 2021). Attività conversazionali e narrative, facilmente implementabili all’interno dell’orario scolastico, facilitano la comprensione delle dinamiche interpersonali e il riconoscimento degli stati mentali propri e altrui, contribuendo a un ambiente scolastico inclusivo e positivo. Creare ambienti di apprendimento che valorizzino la dimensione socio-cognitiva rappresenta un investimento cruciale per la crescita psicologica e sociale dei bambini fornendo loro strumenti essenziali per affrontare le sfide della vita con consapevolezza e resilienza.

La Teoria della mente a scuola: nuove prospettive tra teoria e pratica

 

Autori del contributo e affiliazioni: Serena Lecce, DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEL SISTEMA NERVOSO E DEL COMPORTAMENTO, Università di Pavia

Abstract: Sebbene vi siano prove consistenti che la capacità dei bambini di comprendere gli stati mentali altrui, nota come teoria della mente (ToM), abbia un importante effetto sulla vita del bambino a scuola sia in termini di apprendimento che di relazioni sociali e benessere, è meno chiaro se le interazioni sociali scolastiche abbiano un ruolo nella ToM oltre la prima infanzia.

In questo lavoro verranno presentati, all’interno del modello teorico “ToM at school” i meccanismi attraverso i quali la ToM esercita un impatto sulla vita scolastica considerando sia quelli sociali, cognitivi e linguistici. Verranno poi presentati due studi nel dettaglio. Il primo studio ha analizzato il ruolo del linguaggio orientato agli stati mentali e delle strategie conversazionali delle insegnanti sulla ToM dei bambini. Un’analisi multilivello condotta su 430 bambini italiani di 27 classi della scuola primaria ha rivelato un effetto significativo di entrambe queste variabili controllando per altri variabili legate ai bambini (età, abilità verbale, numero di fratelli, status socioeconomico) e agli insegnanti (ToM, abilità verbale, anni di esperienza).Il secondo studio si è concentrato sul contributo della ToM dei pari nello sviluppo della ToM dei bambini. Coinvolgendo 454 bambini tra 8 e 12 anni, ha mostrato che la varietà (ma non la quantità) della ToM dei pari prediceva lo sviluppo della ToM dei bambini, indipendentemente dall’età, dalle abilità verbali e dallo status socioeconomico.

Questi risultati, insieme ai risultati di studi di training mostrano le potenzialità della scuola nel favorire la comprensione dell’altro.

L'impatto della relazione insegnante-studente percepita dagli studenti sui risultati scolastici: analisi di profili relazionali, genere ed età

Autori del contributo e affiliazioni: Oriana Incognito (Università Telematica degli Studi IUL; Università degli Studi di Firenze), Lucia Bigozzi (Università degli Studi di Firenze), Giulia Vettori (Università degli Studi di Firenze), Giuliana Pinto (Università degli Studi di Firenze)

Abstract: Il presente studio esplora l'associazione tra la qualità della relazione insegnante-studente percepita dagli studenti e i loro risultati scolastici, analizzando anche i ruoli di moderazione di genere ed età. Hanno partecipato 136 studenti che frequentano la scuola secondaria di I grado [età media (DS)= 12.70 (.98); 67 maschi e 69 femmine]. Le misure della relazione insegnante-studente sono state tratte dal LO-COMPASS, mentre i risultati accademici riguardano le materie di lingua, letteratura e matematica.

L'analisi PCA ha identificato tre profili relazionali: “relazione ricettiva centrata sull’allievo”, “relazione co-costruttiva centrata sull’interazione” e “relazione elaborativa centrata sull’allievo”. Successivamente, i modelli GLM hanno evidenziato relazioni tra i profili, variabili individuali e risultati accademici.

Per le materie umanistiche, i profili “interazione co-costruttiva” e “elaborazione centrata sullo studente” hanno mostrato un impatto positivo significativo, con un'interazione tra genere e profilo co-costruttivo: le femmine con punteggi elevati in questo profilo ottengono risultati migliori. Per le materie scientifiche, il profilo “elaborazione centrata sull’apprendimento” ha avuto un maggiore effetto positivo, senza interazioni di genere.

I risultati sottolineano l’importanza della variabilità della percezione della relazione studente-insegnante da parte degli studenti, che influenzano i risultati scolastici in modo differenziato a seconda della materia. Emergono anche differenze specifiche legate a età e genere, suggerendo che il contesto relazionale e le caratteristiche individuali influenzano l’apprendimento.

Promuovere il benessere a scuola: una formazione di e-learning per Insegnanti e genitori per affrontare il rifiuto scolastico

Autori del contributo e affiliazioni: Angelo Fumia (Department of Health Sciences, University Magna Graecia of Catanzaro), Arianna Nicita (Department of Health Sciences, University Magna Graecia of Catanzaro), Concettina Caparello (Department of Health Sciences, University Magna Graecia of Catanzaro), Luana Sorrenti (Department of Clinical and Experimental Medicine, University of Messina, Italy), Pina Filippello (Department of Clinical and Experimental Medicine, University of Messina, Italy).

Abstract: Promuovere il benessere a scuola è essenziale per rispondere ai bisogni emotivi, sociali e accademici degli studenti, prevenendo problematiche come il rifiuto scolastico (RS). Il rifiuto scolastico è un rifiuto motivato dal bambino di frequentare la scuola e/o difficoltà a rimanere in classe per l'intera giornata, a causa di vari fattori individuali e contestuali (Kearney & Silverman, 1996). Secondo il modello ecologico di Bronfenbrenner (1994), il rifiuto scolastico deriva da un complesso intreccio di fattori individuali, come la regolazione emotiva, e fattori contestuali, come la dinamica familiare e l'ambiente scolastico. In particolare, modelli educativi negativi provenienti sia dai genitori che dagli insegnanti rappresentano fattori di rischio significativi. Pertanto, le interventi dovrebbero mirare a entrambi i livelli (individuale e contestuale) per prevenire il rifiuto scolastico. Il corso di formazione online "Help Your Student/Child Succeed at School" è un programma strutturato progettato per sensibilizzare insegnanti e genitori sul rifiuto scolastico, enfatizzando l'espressione emotiva e la comunicazione assertiva. L'obiettivo principale è fornire strumenti pratici per affrontare il rifiuto scolastico e promuovere il benessere scolastico. Il corso è altamente interattivo, offrendo scenari e contenuti utili che permettono ai partecipanti di esercitare competenze emotive e comunicative con feedback immediato. È suddiviso in tre sezioni: sensibilizzare sui fattori che promuovono o contrastano il rifiuto scolastico; riconoscere le emozioni e insegnare strategie per aiutare insegnanti e genitori a supportare i bambini nell'esprimere le loro emozioni; comprendere i diversi stili comunicativi e acquisire competenze per utilizzare efficacemente la comunicazione assertiva. Sebbene rivolto agli adulti, il corso supporta indirettamente gli studenti, favorendo un ambiente collaborativo tra famiglie, insegnanti e studenti, con possibili effetti positivi sul benessere complessivo degli studenti.

Promuovere il benessere a partire dai bisogni della scuola in tema di psicologia scolastica. Una ricerca nazionale su insegnanti e dirigenti scolastici

Autori del contributo e affiliazioni: Dott.ssa Sophia Corridore, Dipartimento di Scienze dell'Educazione G.M. Bertin, Università di Bologna; Prof.ssa Consuelo Mameli, Dipartimento di Scienze dell'Educazione G.M. Bertin, Università di Bologna; Prof.ssa Maria Cristina Matteucci, Dipartimento di Scienze dell'Educazione G.M. Bertin, Università di Bologna

Abstract: Nonostante il riconoscimento dell'importanza della psicologia per promuovere il benessere a scuola, accentuato durante la pandemia da COVID-19, in Italia manca una chiara definizione dei ruoli professionali degli psicologi scolastici e un modello strutturato di erogazione dei servizi. Inoltre, le linee guida nazionali restano carenti, rendendo urgente la raccolta di informazioni aggiornate per influenzare le politiche pubbliche e migliorare la formazione degli psicologi scolastici. Per colmare queste lacune, la presente ricerca, finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca (codice progetto: 2022F3KA2N, PRIN 2022), mira a indagare le principali attività messe in atto dagli psicologi e i bisogni delle scuole, attraverso un approccio mixed-method, con due fasi quantitative e una qualitativa. La prima fase quantitativa ha esaminato attraverso un questionario opinioni e percezioni di insegnanti e dirigenti scolastici in Emilia-Romagna, Abruzzo e Campania. I risultati evidenziano che l’attività più svolta dagli psicologi scolastici per promuovere il benessere è il supporto individualizzato agli studenti, attraverso sportelli d’ascolto psicologico (87%). Riguardo ai bisogni delle scuole, il 90% dei partecipanti afferma la necessità di un approccio orientato a promuovere il benessere del sistema-scuola, con attività che coinvolgano insegnanti e genitori. I risultati contribuiscono a comprendere i bisogni della scuola in termini di promozione del benessere psicologico. Inoltre, gli esiti della ricerca, complessivamente, potranno favorire lo sviluppo di strategie più efficaci per migliorare l'organizzazione dei servizi, guidando le politiche, ottimizzando la formazione e allineandosi agli standard internazionali, al fine di ottimizzare i servizi rivolti alla promozione del benessere di studenti, insegnanti e dell'intera comunità scolastica.

Un serious game per migliorare il benessere professionale degli insegnanti

Nomi degli autori del contributo e affiliazioni: Elisabetta Conte (Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università degli Studi di Bergamo, Bergamo), Valeria Cavioni (Facoltà di Scienze della Società e della Comunicazione, Università Mercatorum, Roma), Veronica Ornaghi (Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “R. Massa”, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Milano)

Abstract: Il benessere degli insegnanti è fondamentale per creare un clima scolastico positivo, relazioni sociali soddisfacenti e processi di apprendimento/insegnamento efficaci. Per supportare gli insegnanti in un percorso verso il benessere, all’interno del progetto Teaching to Be è stato sviluppato un corso online sotto forma di videogioco. In questo lavoro, vengono riportati gli effetti del corso online sul benessere degli insegnanti, rilevati attraverso misure quantitative e qualitative.

Alla ricerca hanno partecipato 227 insegnanti italiani (età media=45.8 anni), divisi in tre gruppi: due gruppi sperimentali (gruppo A, N=76; gruppo B, N=72) e un gruppo di controllo (gruppo C, N=79). È stato adottato un disegno di ricerca pre- e post-test. I partecipanti hanno completato questionari su stress percepito, competenze socio-emotive, resilienza ed autoefficacia professionale. Gli insegnanti dei gruppi A e B hanno seguito per cinque mesi il corso online; in aggiunta, il gruppo A ha anche collaborato preliminarmente con i ricercatori per definire i contenuti del corso. Il gruppo C ha invece avuto accesso al corso solo dopo la fase di post-test.

A seguito del corso online, gli insegnanti dei gruppi A e B hanno riportato nei questionari miglioramenti nelle competenze socio-emotive e nell’autoefficacia professionale rispetto al gruppo C; gli insegnanti del gruppo B hanno inoltre mostrato una riduzione dello stress percepito e un aumento della resilienza. Le analisi qualitative dei feedback sul corso hanno supportato questi risultati, sottolineando miglioramenti nelle competenze socio-emotive, nelle strategie di cura del proprio benessere e nel clima scolastico, dimostrando il potenziale del videogioco nella formazione degli insegnanti.

Insegnanti & COVID-19: il ruolo di mediazione della capacità di mentalizzazione affettiva sul legame tra sintomi depressivi, tratti ansiosi e burnout

Nomi degli autori del contributo e affiliazioni: Annalisa Levante (Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università del Salento, Lecce; Laboratorio di Psicologia Applicata, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università del Salento, Lecce), Serena Petrocchi (Laboratorio di Psicologia Applicata, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università del Salento, Lecce; Faculty of Biomedical Sciences, Università della Svizzera Italiana, Lugano), Federica Bianco (Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università di Bergamo, Bergamo), Ilaria Castelli (Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università di Bergamo, Bergamo) & Flavia Lecciso (Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università del Salento, Lecce; Laboratorio di Psicologia Applicata, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università del Salento, Lecce).                              

Abstract: La pandemia per COVID-19 ha determinato grandi cambiamenti nelle attività scolastiche. Gli insegnanti hanno dovuto riorganizzare il loro approccio didattico, passando dall’insegnamento in presenza a quello da remoto. Questo cambiamento e tutte le sfide a esso legate hanno innalzato i livelli di burnout di questa categoria professionale. L'identificazione di quali fattori di rischio e protezione possa contribuire al burnout è cruciale per informare i programmi di intervento. Nel presente studio, abbiamo ipotizzato il possibile ruolo di mediazione della capacità di mentalizzazione affettiva degli insegnanti (in termini di elaborazione delle emozioni) sul legame tra sintomi depressivi (Modello 1), tratti ansiosi (Modello 2) e depersonalizzazione (dimensione del burnout). La soddisfazione professionale, l'età e il sesso degli insegnanti, l’ordine scolastico e l’anzianità di servizio sono state considerate come covariate. Sono stati analizzati 466 questionari compilati da insegnanti (M(SD) = 46,2 (10,4) anni) di scuola primaria (n = 204) e secondaria di I grado (n = 242). I risultati confermano le nostre ipotesi: in entrambi i modelli, l’elaborazione delle emozioni funge da mediatore nel legame tra i sintomi depressivi (Modello 1), tratti ansiosi (Modello 2) e depersonalizzazione. La soddisfazione professionale impatta positivamente sul processamento delle emozioni e negativamente sulla depressione e depersonalizzazione; le insegnanti hanno riferito alti livelli di ansia. Nel complesso, si può concludere che la capacità di mentalizzazione affettiva potrebbe avere un impatto benefico sul benessere degli insegnanti.

Coordinamento Pedagogico Territoriale per il Sistema Integrato ZeroSei: esperienze dal Piemonte

Autori del contributo e affiliazioni: Daniela Bulgarelli, Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Torino; Alessandra Parola, Città di Chieri (TO); Serenella Lidia Rizzo, Città di Pinerolo (TO); Ilda Curti, Cooperativa Coesa, Pinerolo (TO); Daniela Gambina, Cooperativa Sociale Gulliver, Modena

Abstract: Il contributo presenta l’esperienza del primo anno di attività di due Coordinamenti Pedagogici Territoriali (CPT) piemontesi, presieduti rispettivamente dalla Città di Chieri e dalla Città di Pinerolo. Il CPT è stato istituito dal D.L. 65/2017 e, a partire dal 2023, diverse leggi regionali ne hanno dato effettivamente l’avvio. Esso riunisce i coordinatori di servizi educativi e scuole dell’infanzia statali, comunali, privati o paritari di un territorio, che desiderano prenderne parte; è finalizzato all’espansione e alla qualificazione del Sistema Integrato ZeroSei attraverso il confronto professionale. Il CPT mira a una progettualità coerente tramite percorsi di continuità verticale (tra servizi educativi, nidi e scuole dell’infanzia) e di continuità orizzontale (tra servizi e scuole di diversa tipologia e tra servizi/scuole e territorio). I CPT chierese e pinerolese sono stati attivati nel 2024, richiamando ciascuno i servizi e le scuole dell’infanzia di una ventina di comuni limitrofi; hanno avuto una partecipazione mista di coordinatori e educatori/insegnanti; in alcuni casi, la funzione di referente del servizio è stata assunta da educatori/insegnanti. Entrambi hanno svolto 5 incontri, che hanno perseguito diverse finalità: (a) chiarimento delle funzioni del CPT, tramite lettura dei documenti ministeriali; (b) avvio della costruzione dell’identità del CPT, tramite la conoscenza reciproca tra servizi; (c) confronto su modelli educativi, obiettivi perseguiti e pratiche svolte, tra cui l’ambientamento, l’accoglienza e la partecipazione al servizio. Il secondo anno di lavoro sarà incentrato sulla continuità verticale e sul tema del curricolo ZeroSei. Punti di forza e elementi di difficoltà nella realizzazione dei CPT saranno discussi.

 

Analizzare le pratiche: l’intervento dello psicologo scolastico e la promozione del benessere

Autori del contributo e affiliazioni: Monica Mollo (Università di Salerno); Nadia Dario (Università di Salerno); Pina Marsico (Università di Salerno)

Abstract: In psicologia una parte non trascurabile di speculazioni teoriche e di ricerche è stata dedicata allo studio di quelle conoscenze definite opache o implicite (Perruchet, 1988), al ruolo riflessività nell’attività professionali e all’accesso da parte del soggetto all’insieme di conoscenze che egli detiene (o che egli suppone detenga) e ai diversi gradi di consapevolezza che caratterizzano la relazione del soggetto con i sistemi di regole sociali delle attività alle quali prende parte.

La ricerca, qui presentata, s’inserisce all’interno di un quadro più ampio di promozione del benessere a scuola (PRIN 2022 "School needs and service delivery models in school psychology. A mixed methods study"), il cui obiettivo generale è quello di indagare i bisogni dei principali stakeholder in termini di servizi di psicologia scolastica e le pratiche di erogazione di tali servizi da parte degli psicologi, in quanto health provider (Nastasi, 2000). Da qui nasce la necessità di comprendere i modelli teorici e pratici a cui gli psicologi scolastici fanno riferimento nell’espletare la loro attività. Il lavoro s’inserisce all’interno di una prospettiva narrativa (Bruner, 1996) che fa ricorso a tecniche d’indagine psicofenomenologica di Vermersch (2005). Tale tecnica è identificata come una delle più promettenti per lo studio delle pratiche professionali. L’attività riflessiva promossa dalla verbalizzazione attiva nel soggetto una presa di coscienza provocata da elementi che il soggetto stesso non sapeva di conoscere o era convinto di non conoscere. Nel presente contributo si discuterà il protocollo di intervista narrativa-esplicitativa agli psicologi scolastici e i risultati preliminari dell’intervista pilota.

Servizi di Psicologia Scolastica e bisogni percepiti dagli studenti: Protocollo per una Revisione Sistematica della letteratura

Autori del contributo e affiliazioni: Deleo, E., Di Sano, S., Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi "G.d'Annunzio" di Chieti-Pescara

Abstract: La psicologia scolastica è un elemento chiave per promuovere il benessere degli studenti e creare ambienti educativi inclusivi. Tuttavia, le percezioni e i bisogni degli studenti riguardo ai servizi di psicologia scolastica sono ancora poco esplorati e frammentati in letteratura. Questo protocollo descrive i passaggi metodologici di una revisione sistematica progettata per sintetizzare le evidenze esistenti, identificare lacune di ricerca e guidare futuri studi in questo ambito. La revisione segue il protocollo PRISMA e si basa su articoli pubblicati tra il 1980 e il 2024, reperiti nei database internazionali Scopus, PubMed e PsycINFO. La strategia di ricerca include parole chiave come “school psychology services”, “student perceptions” e “student needs”, con l’uso di operatori booleani per ottimizzare i risultati. Saranno inclusi studi condotti su studenti di età compresa tra 6 e 20 anni (gradi 1-13), con un focus su tre dimensioni principali: accessibilità, efficacia e impatto sul benessere. Questo protocollo nasce nell’ambito del progetto PRIN2022 (2022F3KA2N) “Bisogni della Scuola e Modelli di Intervento in Psicologia Scolastica” e mira a fornire una base metodologica robusta per comprendere meglio come gli studenti percepiscono e utilizzano i servizi di psicologia scolastica. I risultati attesi contribuiranno a colmare le lacune nella letteratura e a informare lo sviluppo di interventi più mirati ed efficaci.